Rosa Colucci, redattrice e event manager, si racconta a Made in Taranto ™

Abbiamo intervistato Rosa Colucci, la donna che, con il suo settimanale Extramagazine e i suoi eventi, ci rende orgogliosi di far parte di Terra Jonica!

Rosa Colucci

Com’è cominciata? Raccontaci da dove è iniziata questa fantastica avventura.
«Extra Magazine è nato otto anni fa, da un’idea mia e di Francesco Mastrovito. Nel corso degli anni si sono concretizzati anche altri progetti, quindi, al gruppo editoriale Extramoenia (che si occupa anche di comunicazione istituzionale, sociale e commerciale), si è aggiunto anche un ramo dedicato all’organizzazione di eventi, che vede la preziosa presenza di Franco Zito. Attualmente Extra Magazine è il settimanale più diffuso della provincia di Taranto e Valle d’Itria, ma è bello sapere che grazie al web ci leggano anche all’estero, anche perché puntiamo molto sulla qualità dei contenuti grazie a una squadra di giornalisti eccellenti e firme prestigiose».

Da dove nasce la tua passione per il giornalismo e lo stare sempre in mezzo alla gente?
«La mia formazione ha compiuto un giro ampio prima di approdare alla concretizzazione professionale. Ho studiato infatti archeologia classica e medievale all’Università di Siena e solo dopo la laurea ho iniziato a scrivere per varie testate. In realtà sono estremamente riservata e divido nettamente il lato pubblico da quello privato. È vero, chi fa un lavoro come il mio ha sempre bisogno di un pubblico, ma come è bello a sera il silenzio, rotto solo dallo sfogliare di un libro o dalle fusa del gatto».

Ora in cosa sei impegnata?
«Oltre alla direzione del giornale, anche all’organizzazione di eventi. Dopo la quinta edizione del Live Music Fest, appena conclusa, stiamo lavorando a Gnam!, Festival europeo del cibo di strada che in quattro giorni – ne sono sicura – mi farà mettere su tra un assaggio e l’altro almeno un paio di chili».

Rosa ColucciQuali progetti per il futuro? C’è qualche anticipazione che ci vuoi dare?
«Di tutti i progetti possibili futuri il diktat sarà uno: oltrepassare le colonne d’Ercole dei miei limiti, il che comporterà anche fare cose che finora non ho mai fatto. Il mondo cambia troppo velocemente per non aver voglia di stargli dietro. Però la domenica mattina no, non mi alzerò presto per fare il brasato».
Mi sei sempre sembrata una persona ambiziosa e determinata, per questo ti chiedo: cosa ti spinge a rimanere a Taranto e a non cercare “fortune” altrove?
«Finora ho scelto di essere la prima in Gallia piuttosto che la seconda a Roma. Ma i tempi potrebbero essere maturi per cambiare idea».

La tua bellezza è riconosciuta e invidiata… tutto ciò non ti crea imbarazzi con i colleghi che magari rimangono affascinati da te?
«E perché dovrei? Mi imbarazza solo il cattivo gusto».
Quanto ha contribuito la tua bellezza a farti raggiungere il successo?
«Ben poco. La bellezza è poca cosa senza l’azione seduttiva. E io sono troppo pigra e incostante per sedurre».

Com’è il tuo rapporto con gli uomini?
«La convivenza è necessaria all’equilibrio universale. Tanto vale che almeno sia divertente».

Rosa ColucciPer via del tuo lavoro, avrai sicuramente conosciuto tanti imprenditori, tanti uomini d’affari. Hai mai avuto un’idea o un progetto da realizzare?
«E’ con la moglie di un grande imprenditore di Massafra, Peppino Montanaro (gruppo Kikau), che ho realizzato un progetto che mi sta molto a cuore: si tratta di Crescendo, una rassegna musicale di giovani talenti. L’aiuto di Rosaria è stato fondamentale. La sua recentissima scomparsa ha rappresentato un dolore enorme».

Come ti vedi da qui ai prossimi vent’anni?
«L’importante è che mi rimanga ancora qualche curiosità da soddisfare».
Si parla tanto di rete tra i vari operatori commerciali e dell’informazione, tu cosa ne pensi?
«Ben venga tutto. L’essenziale è che si distinguano i contenitori di pubblicità dalle serie testate cartacee e on line».

Hai figli, sei sposata o fidanzata? Insomma, raccontaci un po’ di fatti tuoi.
«Sono ancora troppo figlia per voler diventare madre, ma la mia vocazione al maternage si manifesta comunque in svariati modi. E sono fortunata ad avere accanto una persona paziente e innamorata. E non so se sia maggiore la pazienza o l’amore ma credo che siano entrambi molto grandi».

E’ passato un anno da quando hai conosciuto Made in Taranto ™; hai qualche suggerimento o consiglio anche per noi?
«Credo che sia un’ottima realtà, non solo per la rete che si è venuta a creare ma anche per un senso di identità che non può che far bene a una comunità come quella tarantina. Consigli? Ne chiederei io piuttosto a voi».

Crisi. Cosa fai per affrontarla. Cosa consigli ai tuoi colleghi in vista del prossimo futuro.
«E’ in curva che bisogna accelerare. D’altronde capisco che ognuno possa reagire in maniera diversa a situazioni di crisi: non tutti siamo professionisti alfa, e menomale. La nottata passerà. Nel frattempo consiglio comunque di fare in modo da andare a letto stanchi».

Negli ultimi due giorni si sono succedute un po’ di proposte per la riconversione industriale di Taranto… cosa ne pensi?
«Credo che ogni proposta, nei limiti di una ragionevole fattibilità, sia ben accetta come alternativa alla grande industria».
Qual è il ruolo del giornalismo e dell’informazione in vista degli attuali cambiamenti anche alla luce delle nuove tecnologie?
«Nella rete, se da un lato si aprono pluralità infinite, dall’altro si lascia spazio all’improvvisazione, e non tutti i lettori possiedono sufficienti capacità critiche per valutare l’autorevolezza di una notizia. Le tigri di carta invece non rischiano l’estinzione, nonostante le redazioni cadano una dopo l’altra come tessere del domino. È necessario basarsi su altri paradigmi, questo sì: sarebbe inutile da parte dei cartacei tentare di competere con la rete in fatto di velocità, ma sarebbe ragionevole puntare sull’approfondimento, sulla narrazione critica del fatto in caso di cronaca, sull’esposizione ragionata dei dati in caso di inchiesta. Il tutto tenendo anche conto di un paio di “vizi” mutuati dalla rete: il dominio delle immagini e i tempi congestionati. Quindi, come dico sempre ai miei ragazzi, largo alle argomentazioni argute e a uno stile brillante (su carta il lettore ha il tempo per apprezzarli), alle foto, che “alleggeriscono” l’impatto visivo del testo, e contenuti brevi, concisi e precisi, da smistare anche con gli ipertesti rappresentati dalle didascalie».

La tua ricetta per la felicità.
«Ricercare il Bello, il Buono e il Vero. E magari andarci in Jaguar».

 

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